Comunicato sulle polemiche interne alla maggioranza dell'amministrazione arianese.

2 Giu 2012 0 Commenti

by fabadmin

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Un giovanilismo chiamato ipocrisia.

 

Nulla è più certo del cambiamento, così diceva Bob Dylan. Come dargli torto? Dato questo per assodato possiamo affermare serenamente che in politica il vecchio e la conservazione riescono a sopravvivere quando riescono a convincere e a convincersi di essere il nuovo. Così accade anche nel consiglio comunale di Ariano.

 

scaperrotta e peluso sono i transformersPrendiamo il caso esemplare di Scaperrotta. Prima di candidarsi non ci ricordiamo di lui come un appassionato di politica. Riesce ciononostante a ottenere molte preferenze, 234 per la precisione. Questo tuttavia non impressiona. Ci sono infiniti esempi di consiglieri sormontati di preferenze elettorali, eppure essi non sono ciò che si possa desiderare per il progresso di una democrazia cittadina. Sgombrato il campo da facili retoriche plebiscitarie, rivediamo spassionatamente i fatti in poche righe. Si candida con Pasqualino Santoro sindaco. Esclusi dal ballottaggio corteggiano senza pudore Mainiero, orientati a stare dalla parte del più forte prima che dalla parte del giusto. Non riescono a trovare spazio, Mainiero li respinge. Corrono quindi in soccorso di Bevere che, pensando che la politica sia solo un fatto di sommatorie algebriche, li accoglie a braccia aperte. È la carovana diInsieme per Ariano. Purtroppo per loro Bevere perde. Tuttavia Scaperrotta riesce a entrare in consiglio comunale.

Ricomincia la sotterranea corte spietata per il potere. Niente da fare. Mainiero, mantenendo il decoro, almeno per i primi mesi non li include nella rosa della maggioranza. Ma la loro omogeneità culturale con la vecchia classe politica non permetterà che passi troppo tempo e dopo poco tutta larmata Brancaleone dei cosiddettigiovanientra a sostenere il sindaco. Giusto per fare il punto: i due capi banda Peluso e Santoro sono in consiglio comunale, girovagando fra questo e quel consiglio di amministrazione da almeno 15 anni. Si fanno chiamare giovani, il nuovo che avanza, quelli che vogliono cambiare ciò che cera prima: cioè loro stessi.

Ma per chi è innamorato dei posti dove si gestiscono le risorse pubbliche i tempi per litigare prima o poi arrivano. La tensione arriva per il consiglio dellAMU. Scaperrotta ha un nome, Peluso un altro. Cominciano le prime scaramucce interne, quelle che non si leggono sui giornali. Volano gli stracci. Passa un altro poe le insofferenze cominciano ad essere pubbliche. SullAMU la spunta Peluso. A Scaperrotta brucia come non mai. Pensa bene quindi di aprire il fuoco sul suo ex amichetto che piano piano è diventato un grande nemico personale. È la battaglia personale di Scaperrotta che si vuole spacciare per indignazione politica, che nulla ha a che fare con il bene comune, con i problemi della gente. No, ci dispiace. La politica si fa con le grandi battaglie per le idee, con la critica o la promozione dei progetti e delle soluzioni. Scaperrotta invece è fermo ai veti personali, ai ricatti palesi: se non cacci Peluso io me ne vado. Sembra di assistere ai litigi in una scuola materna. E intanto la Concordia affonda. Forse Scaperrotta pensa di essere in uno dei tanti reality show che hanno impestato le nostre TV nazionali. Forse è confuso, ritiene di essere al Grande Fratello. Quindi bene ha pensato di esprimere la propria nomination, e chi non gli va giù è espressamente Carmine Peluso. O lui o io.

Fin qui niente di strano. La cosa non ci meraviglia. È una classe politica che non è fatta solo di catafalchi settantenni che come un branco di cani randagi si divide rabbiosamente un osso. No, questa stessa classe politica ha anche i propri rampanti eredi. Giovani, incravattati, imbrillantinati, lampadati e sempre pronti a impacchettare e spacciare per onestà intellettuale la loro ipocrisia. Noi non ci caschiamo, noi le obiezioni della Monaco le abbiamo sostenute dal primo giorno. Dov'era Scaperrotta? Non si può soccorrere e sostenere questa amministrazione fin quando serve ai propri fini personali e poi quando il gioco non conviene più tentare di passare per il salvatore della patria.

Ci dispiace, è solo un trucco da trasformista. Noi ad Harambee ci siamo addestrati anche a questo. Certi vecchi giochetti noi li sappiamo riconoscere bene, ne sentiamo lodore lontano un miglio. Anche quando il vecchio ha la maschera del nuovo, del giovane incravattato. Questa amministrazione purtroppo durerà. Se esce Scaperrotta i consiglieri culturalmente omogenei restano comunque 17. Questa compagine, questa classe politica ha una panchina lunga, anzi, lunghissima. Gli esclusi dal pastone non stanno aspettando altro che il potente getti loffa. Per fortuna tutto ha un inizio ma tutto ha anche una fine. Uno tsunami sta per arrivare, e noi di Harambee siamo seduti sulla spiaggia, aspettando serenamente, con le tavole da surf sotto il braccio.

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