Harambee sulla sanità di Ariano Irpino e hinterland - intervento al consiglio comunale aperto del 31 ottobre 2012

1 Nov 2012 0 Commenti

by fabadmin

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Noi di Harambee per cultura e per indole non siamo legati al concetto di campanile. Riteniamo che la parola “territorio” sia stata quella più abusata e strumentalizzata degli ultimi 15 anni. Il concetto di territorio in politica è legato nell’immaginario collettivo alla mafia, alla camorra, alla difesa meschina del proprio piccolo interesse. Noi immaginiamo i diritti e i beni comuni come valori universali, per i quali bisogna battersi indipendentemente dalla propria appartenenza al territorio.

Tuttavia questo nostro sentire politico non può renderci miopi rispetto all’attacco intenzionale e premeditato che si sta svolgendo negli ultimi 10 anni nei confronti dell’arianese. Noi ci sentiamo di denunciare un piano politico preciso che mira scientificamente alla desertificazione della Valle dell’Ufita. Il meccanismo è banale ma efficace: diminuire progressivamente le risorse economiche e allontanare quelle umane così da rendere i servizi comuni sempre più inefficaci, inefficienti e di scarsa qualità. È un meccanismo subdolo che mira a costruire lentamente i presupposti per poter arrivare ad una apparente legittima abolizione di istituzioni e servizi di pubblica utilità.

È accaduto per il tribunale, per il genio civile, per gli impianti industriali e ora il prossimo obiettivo è evidentemente uno dei presidi di cui una comunità ha prioritariamente bisogno: l’ospedale.
La storia del nostro ospedale è una storia fatta di orgoglio, di determinazione, di caparbietà. La storia di una
cittadina di provincia e del suo popolo che ha fatto di tutto per affermare il proprio diritto alla salute. Un ospedale
pensato, creato, difeso con le unghie e con i denti, contro ogni attacco politico, contro ogni provincialismo, perfino contro un terremoto, quello dell’80 che rischiò di farci perdere il nostro presidio sanitario. Ma nemmeno quel sisma riuscì a farci desistere e a lasciare che altri ci portassero via la salute per i nostri figli, per i nostri cari, per la nostra comunità. Un ospedale che ha vantato primari eccezionali, di “chiara fama” largamente riconosciuta, oggi si avvia a subire il trucco che hanno già subito altre istituzioni: svuota­impoverisci­lascia marcire­sopprimi. Stiamo subendo un sistema di individuazione dei dirigenti sanitari che invece di essere basato sul merito e sulle capacità dei candidati è basato sulla volgare affiliazione politica, sull’appartenenza, sulla tessera di partito che si porta in tasca.
Stiamo subendo un sistema di premialità nei confronti dei dirigenti sanitari basato sul risparmio. I manager
percepiscono incentivi economici sulla base dei tagli che operano sui bilanci ospedalieri invece che sulla efficacia, sull’efficienza e soprattutto sull’eccellenza. Un becero meccanismo di bassa ragioneria per amministrare e indirizzare le scelte sulla salute dei cittadini. Non sono questi i sistemi degni per un popolo civile quale siamo. Un manager sanitario dovrebbe essere incentivato economicamente sulle vite che salva e sulla qualità della salute dei cittadini e non sui risparmi che riesce a scippare.
Il nostro ospedale è nel mirino. Non può accadere, come a volte è successo, che il personale scadente o da allontanare venga spedito ad Ariano Irpino.
Non è tollerabile che per poter giustificare la cittadella ospedaliera del nostro capoluogo si pensi di far viaggiare i pazienti da tutta la provincia verso Avellino. I pazienti sono persone, non bestie da utilizzare per i propri progetti politici.
Ad Ariano noi di Harambee difendiamo l’ospedale perché riteniamo che la salute sia un bene comune e
pertanto essa non può sottostare alle leggi di bilancio e di mercato. L’ospedale di Ariano va salvaguardato.
Sappiamo bene che siamo in regime di risparmio ma ciò che va tagliato sono gli sprechi, le consulenze d'oro, gli stipendi stellari, e non i servizi essenziali. Infatti non parliamo di aumenti di risorse nel breve termine, ma riteniamo che vada salvaguardato e tutelato l’esistente. Riteniamo irrinunciabile la riattivazione della convenzione con l’emodinamica di Avellino, la riapertura del reparto di dialisi e non ultimo un necessario potenziamento dell’organico. Non è tollerabile che il nostro reparto di ortopedia disponga di un organico ridotto a due persone. E poi basta con questo gioco al massacro sul pronto soccorso. I presidi presenti vanno salvaguardati e non sottoposti al mercato delle ignobili trattative politiche. Il nostro è un territorio smisurato attraversato da strade impervie e spesso rese ancor più ostiche dalla neve, dal ghiaccio e dalle frane. Non si può pensare di sopprimere 3 punti S.T.I.E. Le emergenze determinano la vita o la morte delle persone. I tempi di percorrenza sono fondamentali e determinanti per salvare le vite umane. Un punto S.T.I.E costa la ridicola cifra di circa 40 mila euro annui e ce ne vorrebbe uno ogni 8 mila abitanti. Il nostro ospedale significa per i cittadini di Ariano e hinterland la vita o la morte. La qualità della sanità non può dipendere dal numero degli elettori. Basterebbe a nostro avviso istituire almeno 3 auto mediche così da coprire bene il nostro territorio e rendere il servizio di primo soccorso veramente efficace.
La nostra classe politica, unica e vera responsabile di questo scempio, nella migliore delle ipotesi è senza dubbio debole, mentre nella peggiore è corrotta nell’animo e nella morale, pronta ad avvantaggiare senza vergogna la sanità privata a scapito dei cittadini che non dispongono di grandi somme di denaro. Una lotta efficace e vincente della nostra comunità arianese per il nostro territorio passa inevitabilmente per il voto verso una nuova classe politica.
Una classe politica non vista fino ad ora nelle stanze dove si decide. Tuttavia in conclusione ci riferiamo a una delle pedine di questo sistema malato: Sergio Florio. Dott. Florio, questo ospedale per questa comunità significa un pezzo di modernità, di progresso, di civiltà. L’ospedale per noi significa la vita o la morte. Questo ospedale è legato a una mentalità vincente, di rilancio, di visione lunga, di futuro. Noi non le lasceremo portare a termine la missione assegnatagli da qualche politico forse grande nel potere ma infinitamente piccolo nell’intelligenza politica. A che serve continuare a potenziare Solofra che dista dalla cittadella ospedaliera di Avellino solo pochi chilometri? Noi di Harambee lotteremo affianco della popolazione arianese con tutte le nostre forze e con tutti i mezzi possibili. Una grande onda di sdegno civico è nell’aria. Un grande tsunami culturale, politico e sociale arriverà anche qui da noi. Noi di Harambee siamo già pronti con le tavole da surf sotto il braccio. Questa volta non finirà nelle piazze, coi cittadini massacrati dalla polizia, come per la discarica. Questa volta la rivolta avverrà nelle urne e ci libereremo finalmente della vostra cattiva politica.
 
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